Punteggio minimo, posti e graduatoria Professioni Sanitarie 2025
Scopri come si calcola il punteggio del test di Professioni Sanitarie, i posti disponibili, la graduatoria e come prepararti al meglio con TestBuddy.
Quando ci si prepara al test d’ingresso per le Professioni Sanitarie, le domande che ci si pone sono sempre le stesse: come si calcola il punteggio? Qual è il punteggio minimo per entrare? Quanti posti disponibili ci sono e come sono distribuiti tra le università? Come funziona la graduatoria e quanto si deve aspettare per gli scorrimenti? E infine, dove si leggono i risultati e cosa fare se non si rientra subito tra gli ammessi.
Oggi spieghiamo tutto questo, passo dopo passo, basandoci sul decreto ministeriale ufficiale che regola il test per l’anno accademico 2025/2026 e sui documenti pubblicati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, disponibili sul sito ufficiale del MUR e nel decreto di riparto dei posti.
Come si calcola il punteggio: risposte corrette, errate e non date
Ogni candidato affronta 60 domande in 100 minuti, a risposta multipla, con cinque alternative tra cui scegliere. Le regole di valutazione sono le stesse in tutta Italia:
- +1,5 punti per ogni risposta corretta,
- –0,4 punti per ogni risposta errata,
- 0 punti per ogni risposta non data.
Il punteggio massimo è 90 punti, ma è importante sapere che vengono inseriti in graduatoria solo coloro che totalizzano più di zero punti.
Questo sistema premia chi riesce a mantenere un buon equilibrio tra velocità e precisione. Sbagliare troppo può far scendere rapidamente il punteggio, quindi è essenziale imparare a riconoscere le domande su cui conviene ragionare e quelle che è meglio saltare.
All’interno di TestBuddy puoi allenarti esattamente con questa formula: ogni simulazione riproduce le stesse regole del test ufficiale e ti mostra non solo il punteggio, ma anche dove hai perso più tempo e quali argomenti ti fanno sbagliare più spesso.
Punteggio minimo: come stimarlo e cosa dicono gli anni precedenti
Non esiste un punteggio minimo nazionale valido per tutti gli atenei, perché la graduatoria viene gestita localmente da ogni università. Il valore di riferimento cambia ogni anno e dipende da quanti posti ci sono, da quanti partecipano e da quanto è risultata difficile la prova.
Per avere un’idea realistica, il metodo migliore è confrontare i dati dell’anno precedente. Ogni ateneo pubblica, al termine delle immatricolazioni, il punteggio dell’ultimo candidato ammesso per ciascun corso. Ad esempio, l’Università di Padova e l’Università di Milano rendono pubblici ogni anno i “punteggi ultimi ammessi”, che permettono di capire la soglia media di ingresso in ogni corso di laurea.
Simulando più volte con TestBuddy, si può stimare in anticipo il proprio livello: l’app mostra quanto manca rispetto ai punteggi reali dell’anno precedente e calcola il tuo “margine di sicurezza”, ovvero quanto sei distante dal livello medio di ammissione.
Posti disponibili: quanti sono e come vengono distribuiti
Le Professioni Sanitarie rientrano tra i corsi a numero programmato. Significa che ogni anno il Ministero stabilisce quanti posti totali ci saranno in Italia e poi li divide tra i singoli atenei.
Per il 2025/2026 i posti disponibili sono stati definiti dal decreto ministeriale ufficiale di riparto dei posti. In totale, i corsi in lingua italiana offrono oltre 36.000 posti per i candidati dell’Unione europea e per i non europei residenti in Italia. Solo per fare qualche esempio:
- Infermieristica ha più di 20.000 posti,
- Fisioterapia oltre 3.000,
- Logopedia poco più di 1.000,
- Igiene dentale quasi 1.000,
- Osteopatia circa 400.
Ogni università pubblica poi un proprio bando con il dettaglio dei posti per corso e sede. È fondamentale leggerlo con attenzione, perché da lì si capisce se un corso è molto richiesto, se è attivo in più sedi e quante persone possono accedere per ciascuna.
Come funziona la graduatoria: locale, preferenze e assegnazioni
Il test è unico nella data e nella struttura, ma le graduatorie non sono nazionali: ogni università forma la propria. Ciò significa che ogni ateneo pubblica due graduatorie distinte: una per i candidati dell’Unione europea (e non europei residenti in Italia) e una per i non europei residenti all’estero.
Quando ci si iscrive al test, si indicano le preferenze di corso (e talvolta di sede). L’ordine delle preferenze è importante: nella graduatoria generale, l’ateneo assegna i posti partendo dal punteggio più alto e tenendo conto delle scelte espresse.
In pratica, se un candidato ottiene un punteggio sufficiente per la prima preferenza, viene assegnato subito lì. Se invece il punteggio non basta, il sistema valuta automaticamente la seconda preferenza, e così via.
Tutto avviene in modo trasparente: gli atenei pubblicano la graduatoria generale di merito, che mostra posizione, punteggio e corso assegnato.
Scorrimenti: tempi, regole e cosa aspettarsi
Dopo la pubblicazione della prima graduatoria, cominciano gli scorrimenti, cioè le assegnazioni successive che si verificano quando qualcuno rinuncia o non si immatricola entro i termini.
Ogni settimana, gli atenei aggiornano le graduatorie per liberare i posti rimasti vacanti. Chi non si è ancora immatricolato può quindi salire di posizione e ottenere un posto in uno dei corsi indicati nelle proprie preferenze.
È importante leggere con attenzione le date di immatricolazione previste dal bando, perché chi non si iscrive entro la scadenza perde il diritto al posto. In alcune università, come la Cattolica o Padova, gli scorrimenti si prolungano anche per diverse settimane dopo la pubblicazione dei risultati, quindi serve un po’ di pazienza.
Come leggere risultati e punteggi sul portale ufficiale
Non esiste un portale unico nazionale: ogni università pubblica i risultati sul proprio sito ufficiale o in un’area riservata.
Generalmente, si trovano due documenti distinti:
- la graduatoria nominale, che riporta il punteggio e la posizione,
- la graduatoria in forma anonima, identificata da un codice personale per la tutela dei dati.
Alcuni atenei rendono disponibili anche il file con i “punteggi ultimi ammessi” dell’anno precedente, utile per capire il livello medio dei candidati ammessi.
Verificare bene il proprio punteggio e lo stato (assegnato, prenotato, in attesa) è fondamentale per non perdere le scadenze successive.
Cosa fare se non si rientra: ricorsi, alternative e un anno produttivo
Può capitare di non rientrare subito. In questi casi, la prima cosa da fare è richiedere l’accesso agli atti all’università, per visualizzare il proprio elaborato e verificare che la correzione e il punteggio siano corretti.
Se emergono errori o irregolarità, è possibile presentare un ricorso amministrativo, nei tempi previsti dalla legge. Tuttavia, spesso il modo migliore per gestire l’attesa è continuare a studiare e prepararsi al meglio per la prossima sessione.
Molti studenti decidono di trasformare l’anno in un “gap year” produttivo, consolidando le basi teoriche e lavorando sulla velocità di risposta e sulla concentrazione. TestBuddy è pensato proprio per questo: aiuta a mantenere l’allenamento, misurare i progressi e capire in quali argomenti serve più esercizio, così da arrivare all’anno successivo già pronti.
Prepararsi con metodo: come usare TestBuddy per il test
Studiare per il test delle Professioni Sanitarie non significa solo memorizzare. Serve una strategia intelligente, fatta di teoria, esercizi e simulazioni realistiche.
Con TestBuddy puoi creare simulazioni complete da 60 domande e 100 minuti, con il calcolo del punteggio automatico e la possibilità di analizzare ogni errore. L’app mostra le statistiche per materia, il tempo medio per domanda e i tuoi miglioramenti nel tempo, così puoi renderti conto in modo chiaro di quanto sei vicino alla soglia di ammissione.
Allenarsi in modo costante riduce anche l’ansia, perché al giorno dell’esame non si affronta nulla di nuovo: tutto è già stato provato, analizzato e compreso.
